A Roma monta e continua la protesta, una protesta di cultura e per la cultura; artisti e uomini della cultura, tutti legati da un sottile filo rosso: lottare contro lo sfratto dell’importantissima Officina Pasolini dallo stabile, storico, in cui si trova ora.
Ma andiamo con ordine e facciamo un po’ di storia, quella che purtroppo manca, nella testa e nel cervello, di molti dei nostri politicanti: l’Officina è un polo culturale unico nel suo genere, un laboratorio di alta formazione artistica in cui cento giovani tra i 16 e i 29 anni possono partecipare a corsi biennali gratuiti di “Canzone, Multimediale e Teatro”, guidati da Niccolò Fabi, Massimo Venturiello e Simona Banchi.
Tutto ciò rappresenta un hub della Regione Lazio che al suo interno ha (non so, sinceramente, chi ne è veramente a conoscenza) anche lo storico teatro “Eduardo De Filippo”, nel quale si sono avvicendati dal 2017 oltre 300 eventi con 35mila spettatori; abbiamo la presenza, inoltre, di uno studentato da 350 posti letto, ristrutturato e poi dismesso nel 2019, quando vennero allontanati gli ultimi ragazzi.
Negli spazi verdi esterni alla struttura i cittadini della Capitale possono godersi molti appuntamenti dell’Estate romana. Il tutto, in negativo purtroppo, parte e nasce dal 2022 quando, la Regione Lazio guidata da Nicola Zingaretti e il Ministero degli Esteri di Luigi Di Maio, firmarono un accordo per restituire alla Farnesina proprio la palazzina A del complesso con un solo obiettivo (molto più storico direi..ndr): fare nuovi uffici per la Cooperazione, una foresteria, una sala conferenze (che sorgerebbe proprio al posto del teatro De Filippo) e altri parcheggi.
Tantissimi giovani artisti e tantissime persone “comuni” sono ora unite per dire “no” a tutto questo scempio culturale: con loro tantissimi volti noti della cultura; da Tosca, che dirige l’Officina, a Daniele Silvestri, che guida il movimento di protesta. E poi: Luca Barbarossa, Niccolò Fabi, Marisa Laurito, Rocco Papaleo, Margherita Vicario, Sergio Cammariere, Carlotta Natoli, Massimiliano Bruno, Raiz.
La cosa “strana”, ma molte volte si può anche capire di aver sbagliato e c’è anche la possibilità di ritornare sui propri passi, è che a questa protesta si è unita anche una parte della politica e di quel Partito Democratico di cui fa parte proprio quel Presidente di Regione che, questo atto, l’ha siglato.
Erano e sono presenti Matteo Orfini, Nicola Fratoianni, Massimiliano Smeriglio, Elisabetta Piccolotti; insieme anche al Segretario della Cgil, Maurizio Landini: tutti uniti al grido di “Venite a vedere la Pasolini”.
Nelle ultime ore sono arrivate anche le parole dell’ assessore alla Cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor: “L’Officina Pasolini è un esempio virtuoso di centro di produzione culturale che deve poter avere un futuro nella nostra città. Sono al fianco di chi si è mobilitato per difendere questa realtà. Credo che solo nel dialogo tra istituzioni si possa individuare una soluzione che preservi un’esperienza tanto importante per il territorio e per questo lancio un appello a tutti i soggetti coinvolti. Parliamo spesso di inclusione sociale, ma è proprio la cultura fatta per e nei territori che aiuta e sostiene percorsi di inclusione e di crescita delle persone. Tanto più quando è di prossimità ed è rappresentata da realtà ben radicate nel territorio. Desidero ringraziare Tosca e Daniele Silvestri per avere promosso questa mobilitazione e sensibilizzato l’opinione pubblica della città su un tema così rilevante”.
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