Cambiamento climatico o Incoscienza dell’Uomo?

Bosa: Ancora uno scempio dell'Uomo

Bosa Fiume "Temo"
Bosa Fi (Foto Ufficio Stampa)ume "Temo"

Viviamo in un’epoca, in cui assistiamo non solo Madre Natura si sta ribellando con alluvioni, terremoti, valanghe, inondazioni di fango, etc. Senza contare le varie guerre in atto.  

In questi giorni, abbiamo assistito a disastri e tragedie naturali, come a Baiano (AV), dove sono morte delle persone a causa di una valanga di fango che ha distrutto una cittadina, ma dal Nord al Sud, abbiamo assistito ad alluvioni, inondazioni, etc. Tutto questo è solo colpa del cambiamento climatico, o è soprattutto incoscienza e presunzione dell’Uomo? Com’è il caso di Bosa, qui in Sardegna. Una cittadina che pullula di turisti, non solo per le sue meravigliose coste, ma anche per il suo bellissimo borgo, la sua cultura e l’attrazione del Fiume Temo. Un fiume che da tempo è vittima di una vero scempio. 

Il Comitato “Non Ti Temo” e l’Associazione professionale “Generazione Mare” non si fermano. Dopo l’allagamento di gran parte del centro abitato di Bosa dello scorso 19 agosto, con la massa d’acqua arrivata dalle montagne di “Montresta” a seguito delle abbondanti piogge di alcune ore, chiedono un nuovo urgente incontro sia con l’amministrazione locale, sia con la Regione Sardegna, nella persona del Commissario per il dissesto idrogeologico e Presidente della Regione, per discutere e trovare una soluzione concreta e risolutiva a questa controversa e complessa vicenda, che tenga significativamente in conto le aspettative e il sentimento dei cittadini. Poco più di una settimana fa, una pioggia violento ha colpito la cittadina della Planargia, ed è stata fatta richiesta di calamità naturale, ma in realtà ha ribadito il Comitato, che è stato solo causa di una malsana ed inadeguata gestione del territorio.

È oramai evidente che il problema non è il fiume Temo, che si vorrebbe “costringere” con opere idrauliche murarie, ma decenni di qualsiasi amministrazione, che avrebbe potuto gestire meglio, questo “fiore all’occhiello” della città. Secondo il Comitato: «La soluzione non può essere la costruzione di un muro e di opere che canalizzerebbero il fiume,  creando un ulteriore impedimento allo scorrere e defluire naturale delle acque, causando un ulteriore importante pericolo per la città di Bosa, che potrebbe essere completamente sommersa dalle acque in piena”. Opere che trasformerebbero la città in una sorta di “catino”, aumentando il rischio per le vite umane e creando un serio pericolo le attività economiche di un intero territorio.

Dal sopralluogo che il geologo Tilocca ha effettuato, ha riscontrato che dopo le piogge dello scorso 19 agosto, che hanno interessato la città di Bosa, si evince chiaramente che tra le cause dell’allagamento non sono da ascriversi quelle dovute ad un supposto nubifragio, né tantomeno dalla esondazione del fiume Temo. Infatti, in base alle rilevazioni ufficiali della rete fiduciaria della Regione Sardegna, l’evento pluviometrico del pomeriggio del 19 non ha raggiunto alcuna soglia di criticità. Inoltre, dai dati si evince che il livello idrometrico del fiume Temo, misurato alla sezione del Ponte Vecchio, si è mantenuto largamente inferiore alla prima soglia Idrometrica di 0,7m. L’origine del grave allagamento ha, quindi, come provenienza la rete minore scolante dai bacini collinari intorno al centro abitato, che ha anche causato un importante trasporto di materiale solido, in particolare provenienti dal Riu e Canale Codulanu.

L’intero tratto si presenta straordinariamente e colpevolmente privo di qualsivoglia azione manutentoria sull’alveo. Esso, pertanto, necessita assai urgentemente e per intero di interventi di manutenzione straordinaria per il recupero della migliore funzionalità idraulica del tratto, in particolare di gestione dei sedimenti. Sullo stesso tratto devono, inoltre, prevedersi periodici, ossia ordinari interventi di gestione dei sedimenti. Vi è, inoltre, la “storica” inadeguatezza della dimensione del canale tombato Codulanu. Le forti piogge hanno provocato il trasporto di crescenti quantità di materiale solido. La spiegazione degli allagamenti del centro storico è quindi data dal progressivo costipamento nel canale sottostante via Lamarmora che ha impedito fortemente il transito di volumi idrici, mandando in pressione il sistema idraulico, con conseguente “scoppio” dei tombini e successivo allagamento stradale. L’allagamento è esasperato dalle sfavorevoli pendenze delle strade laterali, che fungono da ‘catino’, e dal parapetto del Temo, che impedisce un rapido deflusso delle acque nel fiume. È quindi necessario sottolineare che le esondazioni del Temo non si verificano più da circa 50 anni, cioè dalla realizzazione di ben due dighe.

Come dimostrato dalla ricostruzione degli eventi alluvionali degli ultimi decenni, contenuta nella citata relazione del geologo, ad accadere sempre più frequentemente, con gravi danni per abitazioni e attività, sono proprio questi allagamenti urbani ascrivibili ai compluvi minori, all’insufficienza della rete di drenaggio urbano e alla mancata manutenzione. In ragione di ciò si è portati logicamente a concludere che il progetto “Opere di difesa Idraulica della città di Bosa” sia una “soluzione” tecnicamente fuorviante rispetto alle effettive priorità di rischio idraulico del centro abitato nel suo insieme e di distrazione sia dai rischi reali dell’abitato che delle risorse finanziarie necessarie a prevenirli.

Si pensi, quindi, cosa potrebbe avvenire ove si ripetessero le piogge del 19/08/2024, se fossero anche più intense, senza alcun intervento straordinario ed ordinario di manutenzione ovvero – ipotesi ancora peggiore – in presenza delle citate “Opere di difesa Idraulica della città di Bosa” che costituirebbero una ulteriore barriera al naturale defluire delle acque verso il fiume.

Il Comitato “Non Ti Temo” e l’Associazione “Generazione Mare” indicono quindi una nuova Assemblea pubblica con la cittadinanza per metà settembre, a cui sono invitati anche i rappresentati dell’amministrazione locale e delle istituzioni regionali per un serio e collaborativo confronto che porti con l’urgenza del caso a identificare rapidamente concrete ed efficaci iniziative da parte delle istituzioni competenti che portino ad una soluzione risolutiva.

Bosa e il Fiume “Temo” sono un altro esempio, di come l’opera dell’uomo, distrugge paesaggi e bellezze  naturali.

Daniele Cardia

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Giornalista Pubblicista - Direttore "MediaPress24" Scrivo per "Angeli Press" - "Cagliari Live Magazine" e con "Il Punto Sociale" Collaboro con "Opificio Innova, le WebTv: "MATEX Tv" e "ManiaTv" Vincitore dei Premi "USSI SARDEGNA 2022" Ho collaborato con l'emittente tv locale "Uno4" Nel 2017 ho scritto il libro: "Una storia qualunque... Barcollo ma non mollo"

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