(Adnkronos) – "La malattia renale cronica (Mrc), che colpisce 5 milioni di italiani, oggi è la principale patologia cronico-degenerativa al mondo. Da qui la richiesta congiunta delle Società internazionali di Nefrologia all'Oms di aggiungerla alle quattro grandi categorie di malattie croniche: neoplasie, diabete, Bpco e cardiopatie. I numeri della Mrc sono infatti superiori anche di 2-7 volte rispetto alle altre patologie cronico-degenerative; inoltre, la Mrc si associa a mortalità, morbidità e alti costi economico-sociali. La malattia è però misconosciuta; eppure, identificarla ha un costo di 2 caffè, 2,5 euro per dosare creatininemia e fare un esame urina. Parliamo di una malattia che solo 1 paziente su 10 sa di avere in quanto spesso asintomatica". Così all’Adnkronos Salute Luca De Nicola, presidente della Società Italiana di Nefrologia (Sin) e professore ordinario di Nefrologia all’Università Vanvitelli di Napoli in occasione dell'incontro 'Ripensare le cronicità: l'impatto dell'innovazione per un Ssn sostenibile', promosso da The European House Ambrosetti ieri a Roma. Nonostante la malattia renale cronica interessi il 10% della popolazione e "il paziente in dialisi di 40 anni abbia la stessa aspettativa di vita di un 80enne senza nefropatia" è "in atto una rivoluzione terapeutica – sottolinea De Nicola -. Con le gliflozine (SGLT2- inibitori) possiamo finalmente mettere in remissione la Mrc, a patto di identificare precocemente i pazienti e di riferirli in tempo al nefrologo. Questo è il motivo per cui la Sin ha lavorato affinché il 14 marzo 2024 fosse depositata a Montecitorio il Disegno di legge, a prima firma dell’onorevole Mulè, sullo screening della Mrc negli ambulatori dei medici di Medicina generale, e fosse consegnato il 1 maggio 2024 al ministero della Salute il Pdta sulla gestione condivisa della Mrc". "I due strumenti – spiega De Nicola – favoriranno la cura della Mrc che comporterà un notevole risparmio al Ssn, basti pensare che ogni paziente in dialisi costa 50mila euro l’anno, per un totale di 2,3 miliardi per 45mila dializzati in Italia". Altrettanto fondamentale, per il numero uno dei nefrologi, "è semplificare l’accesso dei pazienti a queste cure tramite la riduzione del peso burocratico dei piani terapeutici. Solo così riusciremo a ridurre in maniera intelligente e pratica le liste d’attesa". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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