(Adnkronos) – “Grazie alla più ampia disponibilità di farmaci antiretrovirali e opzioni terapeutiche altamente efficaci, oggi in Italia l’Hiv può essere considerata una malattia cronica”, così Andrea Gori, direttore dell’unità di Malattie infettive all'Ospedale Sacco di Milano, in occasione della giornata mondiale dell’Aids sottolinea l’importanza delle terapie innovative nel migliorare il controllo della malattia e della qualità e prospettiva di vita. “Ogni visita con il paziente rappresenta l’occasione per definire se il regime terapeutico che la persona con Hiv sta assumendo è – per lui o lei – adeguato, con uno sguardo attento al suo stile di vita”, aggiunge Antonella Castagna, direttore dell’Uo Malattie infettive dell'Irccs ospedale San Raffaele di Milano. Un aspetto cruciale di ogni terapia è l’aderenza, ovvero la capacità del paziente di seguire tutte le raccomandazioni del medico riguardo alla terapia prescritta, inclusi orario, dose e frequenza, spiega rhivolution.it, piattaforma digitale dedicata a creare un punto di riferimento sull’Hiv, pensata per fornire informazioni affidabili e risorse di supporto a chi vive con il virus, ai professionisti della salute e al pubblico generale. Le persone con Hiv che si attengono attentamente alla loro terapia possono evitare la resistenza ai farmaci, rallentare la progressione dell’Hiv e ridurre l’occorrenza di infezioni opportunistiche, oltre che della mortalità. Una soppressione virale subottimale è infatti associata a esiti clinici peggiori. L’aderenza è inoltre fondamentale per la prevenzione, in quanto la non rilevabilità del virus nel sangue della persona che vive con Hiv impedisce di trasmetterlo per via sessuale. È stata anche associata a una migliore qualità della vita, salute generale, funzione quotidiana, performance sociale, salute mentale e con conte di CD4 più elevate. La non aderenza alle cure – si legge nel portale – può essere dovuta a vari fattori che, in genere, sono correlati tra loro. Una delle barriere principali all’aderenza alla terapia antiretrovirale è la complessità del regime terapeutico a cui si aggiungono gli effetti indesiderati dei farmaci e percezioni negative sulla qualità delle cure ricevute. Anche le caratteristiche sociodemografiche e barriere sociali come lo stigma, la solitudine o problemi abitativi possono contribuire a una riduzione dell’aderenza. Le strategie per migliorare l'aderenza? Utilizzare dei promemoria su dispositivi come sveglie o app per smartphone, ma è importante anche migliorare la comunicazione medico-paziente, il tempo dedicato alla comunicazione, creando un rapporto di fiducia e comprensione – su questo è stata attivata la campagna ‘Vhivian, la giusta luce fa la differenza’. Fondamentali sono anche regimi terapeutici semplificati: esempio, l’assunzione di una sola compressa al giorno o terapie a lunga durata d'azione. In questo contesto, il coinvolgimento attivo degli operatori sanitari e un supporto continuo possono avere un impatto significativo sull'aderenza e, di conseguenza, sulla qualità della vita delle persone con Hiv. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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