(Adnkronos) – “Oggi è una giornata speciale perché apriamo uno sportello antiviolenza in Ateneo, aperto a tutta la nostra comunità: studentesse, studenti, personale tecnico amministrativo, docenti, ma aperto anche alla popolazione. Chiunque voglia, infatti, è libero di venire qui a parlare di quello che gli sta accadendo”. A dirlo la rettrice dell’università Milano – Bicocca, Giovanna Iannantuoni, in occasione dell’evento ‘Gli strappi della violenza: riflessioni e azioni’, che rientra tra gli appuntamenti promossi dall’Ateneo in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Durante l’incontro la rettrice ha anche consegnato i premi in memoria di Sofia Castelli, la studentessa brutalmente assassinata dall’ex fidanzato lo scorso anno. “Voglio sottolineare perché è importante aprire un centro antiviolenza all'interno delle università, da ricordare anche quando parliamo del significato del termine patriarcato e se viviamo o meno in una società discriminante rispetto ai desideri e alle ambizioni di una donna: in Italia, ogni tre giorni, una donna muore per mano spesso di un conoscente, di un familiare, di una persona a lei vicina – spiega la rettrice – Il femminicidio è la punta di un iceberg molto grande, che comprende tutte le forme di discriminazione subita dalle donne, come quella economica e psicologica. Un altro dato, che commento sempre con molto allarme, mostra come in Italia una sola donna su due lavora, il che significa che una donna su due non lavora e il 40% delle donne non ha un conto corrente autonomo”. La rettrice sottolinea, poi, come sia importante partire proprio da questi dati allarmanti “per far comprendere al meglio ai propri studenti quanto sia importante per un uomo avere cura e amare la propria compagna, che significa renderla libera. Le ragazze e le donne per prime devono essere consapevoli che la propria libertà di scelta è fondamentale per essere felici e sicure di poter costruire il proprio futuro in autonomia e libertà. Questo è il motivo per cui uno sportello antiviolenza deve essere presente nelle università”. All’interno dell’università, infatti, conclude la rettrice Iannantuoni: “ci occupiamo di ricerca ed è importante occuparsi di questi temi proprio partendo dalla ricerca, ma anche di formazione delle ragazze e dei ragazzi. Quindi, sono molto orgogliosa che anche il mio ateneo abbia questo centro antiviolenza e invito tutti a riflettere su questi temi e a impedire che drammi come quello di Giulia Cecchetti o della nostra povera Sophia Castelli possano ritornare ad essere compiuti”, le sue parole. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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