(Adnkronos) – Dal punto di vista delle infrastrutture per la mobilità, “il sistema Italia viene guardato con ammirazione da molti Stati, perché rappresenta un benchmark. Ad esempio, l’interconnessione, che permette di entrare al casello di Milano ed uscire a quello di Roma senza caselli intermedi e che per noi è normale, non esiste in Francia. Lo stesso vale anche per il telepedaggiamento, al quale siamo ormai abituati ma che in altri Paesi sta arrivando solo ora. Per non parlare poi dei tutor e di altre innovazioni. Tutto questo fa del nostro sistema un benchmark guardato con ammirazione”. Così Diego Cattoni, presidente dell’Associazione italiana società concessionarie autostrade e trafori (Aiscat), nel corso dell’incontro istituzionale “Dall’Europa a Milano: un viaggio nel futuro”, organizzato lunedì 11 marzo ad Assago, da Milano Serravalle – Milano Tangenziali S.p.A., storica concessionaria autostradale che fa capo al gruppo FNM. L’incontro è stato organizzato per promuovere la 51° edizione degli ASECAP days, che si svolgeranno per la prima volta a Milano, dal 13 al 15 maggio, presso Palazzo Mezzanotte. “Se torniamo indietro di cinquant’anni, l’Italia era il Paese europeo con il maggior numero di chilometri di autostrada – aggiunge Cattoni – Ne avevamo poco più di seimila quando in Francia ne avevano tremila, in Spagna mille e in Germania poco meno di noi. Oggi la Spagna è arrivata a 18mila chilometri, diventando così il terzo Paese al mondo per numero di chilometri dopo Stati Uniti e Cina, la Francia ne ha 12mila e la Germania a 14mila. L’Italia continua ad averne poco più di seimila. Questo non va bene e bisogna avere il coraggio di dirselo in maniera chiara”. “Nel frattempo siamo cresciuti economicamente, attestandoci come seconda potenza industriale europea per valore aggiunto, dopo la Germania. Inoltre, la Lombardia è da anni in testa alla classifica del Sole 24 Ore sulle regioni europee che creano il maggior valore aggiunto – spiega il presidente di Aiscat – Il Veneto è arrivato quest’anno al sesto posto e l’Emilia Romagna all’ottavo. Tre regioni italiane confinanti, con 20 milioni di abitanti in totale, creano il contesto europeo più potente per capacità di creare valore aggiunto. Da questo punto di vista siamo cresciuti tanto, ma altrettanto non si può dire sul fronte dei chilometri autostradali. Abbiamo necessità di avere nuove autostrade". “Accanto a questo, dobbiamo puntare anche su interventi straordinari che mantengano ponti, viadotti e gallerie. La durata utile di queste opere inizialmente era stimata ‘a tempo indeterminato’ – prosegue – ma oggi sappiamo che è di cinquant’anni. Ci ritroviamo dunque con una rete autostradale con pochi chilometri e con necessità di grandi interventi, anche di manutenzione”. “Il nostro Paese ha però anche una grande e forte capacità di innovazione – sottolinea Cattoni – specialmente nel settore della digitalizzazione e della transizione tecnologica. Digitalizzazione vuol dire guida autonoma e in Italia ci sono dei progetti unici in Europa in questo senso. Abbiamo infatti già dei percorsi autostradali pronti per la guida anche totalmente autonoma. Il 95% degli incidenti stradali è causato dall’errore umano e grazie alla digitalizzazione si può ambire anche a ridurre gli incidenti a zero”. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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