«In fisica non importa quale scuola uno abbia frequentato o con chi sia imparentato.
Conta quello che uno fa». (Stephen Hawking)
Questa frase del famosissimo e compianto luminare sarà sicuramente un mantra per molti Fisici e Ingegneri, come quelli che hanno partecipato al 2°meeting Italiano degli utilizzatori di OpenFOAM, organizzato dalla Società “RED Fluid Dynamics” e svoltosi a Cagliari il 7-8 ottobre 2024 presso “Opificio Innova a SA MANIFATTURA.
L’importante incontro di due giorni tecnici e ricercatori provenienti da importanti atenei ed industrie italiane utilizzatori di OpenFOAM, un software utilizzato in tutto il mondo per creare gemelli digitali, che hanno condiviso i loro lavori sulla fluidodinamica computazionale (un metodo che attraverso un’analisi numerica e algoritmi, risolve e analizza i problemi di fluidodinamica mediante l’utilizzo del computer).
Per spiegarlo a tutti, in primis a me stesso:
La Fluidodinamica, in fisica, è la branca della meccanica che studia il comportamento di liquidi e gas. Grazie a questo software, il comportamento di questi fluidi può essere analizzato attraverso un modello digitale in svariati ambiti, da quello delle competizioni sportive fino alle applicazioni nel campo biomedicale. Tra i tanti temi affrontati, si è parlato anche di come l’intelligenza artificiale, che sta ormai pervadendo qualsiasi settore, possa essere utilizzata per facilitare lo sviluppo e l’utilizzo dei modelli digitali per la fluidodinamica.
Nella due giorni cagliaritana, aiutati da un clima caldo e soleggiato di fine estate, sono stati esposti svariati contributi dai tecnici e ricercatori presenti.
Tra i vari relatori, che hanno animato la due giorni, anche Andrea Benassi, Modelling & Computing Scientist di Chiesi Farmaceutici, una delle più importanti aziende farmaceutiche italiane, che ha presentato un gemello digitale delle vie aeree umane in grado di prevedere il percorso delle particelle di principi attivi all’interno dei polmoni per migliorarne l’efficacia nella terapia delle malattie respiratorie.
Tanti i contributi anche da parte dei vari dipartimenti universitari presenti, tra cui quello di Leandro Lucchese, ingegnere aerospaziale e ricercatore presso l’Università La Sapienza di Roma, che ha raccontato nel corso di una nostra intervista il suo contributo al meeting e la sua esperienza circa l’evento.
Due giorni nel segno della fluidodinamica digitale in un luogo dove però vento e mare non potrebbero essere più reali.
Daniele Cardia
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