(Adnkronos) – Oltre 5 ore di intervento, un centinaio di trasfusioni. Quello che ha salvato la vita a Christian Di Martino, il vice ispettore di polizia accoltellato nei giorni scorsi a Milano, è stato "un intervento concitato, eseguito in regime di emergenza a causa della gravità delle lesioni riportate", potenzialmente mortali. A descrivere l'operazione sono l'intensivista Roberto Fumagalli e la chirurga Stefania Cimbanassi dell'ospedale Niguarda, a margine di una donazione straordinaria di sangue da parte delle forze dell'ordine, promossa dalla Questura in segno di riconoscimento per le cure al collega ricoverato nella struttura meneghina. Sono state utilizzate "circa 50 trasfusioni di sangue, una quarantina di plasma più altre", una decina, "di altri emoderivati", riferisce Fumagalli, direttore del Dipartimento di Emergenza e del reparto di Terapia intensiva di Niguarda. "Una quantità veramente importante" per "un intervento molto grosso". Ma "grazie anche all'aiuto del Centro trasfusionale che ci ha supportato in questo, siamo riusciti a superare la fase acuta e arrivare alla giornata di oggi", con il trasferimento del paziente dalla Terapia intensiva al Trauma team. "Christian ha sofferto di lesioni che sono gravate normalmente da un elevato rischio di mortalità", afferma Cimbanassi, responsabile Chirurgia generale – Trauma team di Niguarda, che ha operato Di Martino. In più di un momento i medici hanno temuto di perdere il paziente: la paura c'è stata, conferma la specialista, "sia in fase intra-operatoria sia nell'immediato prosieguo, perché è stato un intervento complesso su lesioni estremamente gravi, anche con rischi legati alla trasfusione massiva effettuata. Però nell'immediato post-operatorio, una volta" che il giovane è "approdato in Terapia intensiva, la situazione si è stabilizzata e quindi con cauto ottimismo abbiamo incominciato a ben sperare. E l'evidenza ci ha dato ragione". In sala operatoria, rimarca Cimbanassi, "siamo riusciti a controllare l'emorragia anche grazie all'aiuto dei colleghi anestesisti e al supporto del Centro trasfusionale che ha fornito sangue e altri emoderivati che sono stati necessari per ripristinare il volume ematico perso a causa dell'emorragia copiosa". Anche se "c'è sempre un prima e un dopo, il tempo centrale dell'intervento è stato di circa 5 ore", riporta la chirurga. La parte più difficile "è stata la correzione della lesione alla vena cava, che era la più a rischio per la sopravvivenza immediata del paziente". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Articoli correlati
Dopo il caldo il maltempo, è allerta gialla in 8 regioni
(Adnkronos) – Peggiorano oggi, domenica 23 giugno, le condizioni del meteo su gran parte del Centro-Nord. Una perturbazione dal Mar Ligure determinerà infatti un diffuso maltempo con un deciso calo delle temperature, rovesci e temporali […]
“Mark Violets ha sparato a Trump”, la fake news dall’Italia
(Adnkronos) – L'attentato a Donald Trump, ferito da un cecchino in un comizio in Pennsylvania, diventa il trampolino di lancio per un'incredibile fake news che parte dall'Italia. Un profilo X, che poi si disattiva, attribuisce […]
Mare, Zanetti (Confitarma): “Deve essere priorità in agenda Italia ed Europa”
(Adnkronos) – "Dall'economia del mare passa oltre un terzo del Pil italiano" con punte del 70% per le importazioni: quindi "il settore marittimo è un sistema centrale nella catena del valore" e come Confitarma "spingeremo […]
Commenta per primo