(Adnkronos) – La pittura del Novecento napoletano è stata caratterizzata dal difficile rapporto degli artisti di prima generazione con la tradizione ottocentesca, ben radicata almeno fino alle porte della seconda Guerra Mondiale. Legame che viene rappresentato nella mostra 'La figura e il paesaggio. Percorsi nella pittura napoletana del Novecento', l'esposizione a cura di Isabella Valente in programma a Villa Fiorentino, a Sorrento, Sorrento dal 2 dicembre al 28 gennaio prossimi. Il confine fra tradizione e innovazione fu però ben presto oltrepassato. Gli artisti giovani, già dalle prime battute del secolo, si collocarono nei nuovi indirizzi che in Italia stavano prendendo forma, occupando un posto sempre più pregnante nei dibattiti critici dell’epoca, anche con forti connessioni con il mondo letterario e filosofico oltre che con le diverse tendenze artistiche italiane ed europee. Basta sfogliare i cataloghi delle esposizioni nazionali e internazionali del tempo (Sindacali, Quadriennali e Biennali) per rendersi conto di quanto la pittura e la scultura della nuova scuola napoletana fossero allineate con le istanze innovative delle altre scuole d’Italia. Trentatré artisti di scuola napoletana nati tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento sono rappresentati attraverso opere di grande bellezza: Gaetano Bocchetti, Giovanni Brancaccio, Antonio Bresciani, Rubens Capaldo, Giuseppe e Guido Casciaro, Alberto Chiancone, Vincenzo Ciardo, Nicola Ciletti, Mario Cortiello, Luigi Crisconio, Edgardo Curcio, Nicola Fabricatore, Domenico Fiorentino, Francesco Galante, Manlio Giarrizzo, Franco Girosi, Biagio Mercadante, Emilio Notte, Edoardo Pansini, Paolo Pratella, Gaetano Ricchizzi, Roberto Scognamiglio, Eugenio Scorzelli, Carlo Striccoli, Amerigo Tamburrini, Carlo Verdecchia, Gennaro Villani, Eugenio Viti, Pasquale Vitiello, Mario Vittorio. Una donna, la meravigliosa pittrice Ada Pratella, e un artista vivente, Salvatore Vitagliano, completano la rosa dei pittori scelti. La figura e il paesaggio sono i temi dell’esposizione, centrali nella ricerca e nella sperimentazione di tali artisti, che nella loro lunga attività scelsero di rimanere ancorati all’arte figurativa. Si tratta dunque di alcuni percorsi individuati all’interno di un Novecento artistico complesso, culturalmente composito, sinonimo di molteplice e di multiforme. Per l’arte napoletana è stato un periodo fertile e vitale, che ebbe modo di imporsi sulla scena nazionale mai retrocedendo rispetto ai movimenti o agli orientamenti in crescita, come gli studi degli ultimi decenni hanno dimostrato. Così come scrisse il critico Paolo Ricci a proposito della Prima Mostra degli 'Artisti Liberi Napoletani', allestita alla Galleria Forti subito dopo la guerra, sottolineando che quella esposizione si prefiggeva "il compito di riavvicinare gli amatori agli artisti», anche la mostra odierna e il catalogo che l’accompagna si pongono l’obiettivo di riaccendere i riflettori su un importante periodo storico a torto accantonato, ma che dal punto di vista artistico e culturale è stato ricco di fermenti e di proposte diverse, come documentano i tanti protagonisti, pittori e scultori, i molteplici orientamenti, la pluralità dei linguaggi". L’esposizione odierna è frutto di una collaborazione fra il Comune di Sorrento e il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Napoli Federico II, ospitata nella splendida Villa Fiorentino e gestita dalla Fondazione Sorrento. Per omaggiare la città di Sorrento, che ospita la mostra, una sezione è dedicata al paesaggio della costiera con un nucleo di opere del pittore sorrentino Domenico Fiorentino, oltre che ad alcuni importanti pittori americani, come Andrea (Drew) Bacigalupa e James Hennessey, vissuti per lunghi periodi in penisola, dove instaurarono nella seconda metà del secolo scorso una vera e propria nuova scuola di pittura dal vero. —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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