«Siamo di fronte ad un momento pieno di insidie per le istituzioni della Repubblica»
(Enrico Berlinguer).
Enrico Berlinguer è ricordato da tutti, con grande nostalgia. Fu un grande uomo, scampò persino ad un attentato a Sofia in Bulgaria, per essersi opposto al Comunismo di allora e aver cercato di rendere più democratico e unito, questo Paese, trovando quasi un’intesa con Aldo Moro, Presidente della Democrazia Cristiana, sino all’omicidio di quest’ultimo, quando tutto poi sfumò. Ad interpretare, uno dei più grandi Statisti italiani, è stato uno dei più grandi attori italiani: Elio Germano.
L’Attore, insieme al Regista Andrea Segre, mercoledì 23 ottobre, era a Cagliari, per presentare il film: “Berlinguer, la grande ambizione”.
Insieme ad altre Testate giornalistiche ed Emittenti televisive, anche a noi è stato concesso, con il supporto di “Sardegna Film Commission”, il privilegio di intervistare sia l’attore che il regista:
ANDREA SEGRE:
Perché ha desiderato girare un film su Berlinguer, e perché proprio Berlinguer?
«Ho voluto fare questo film, perché non era mai stato fatto, e perché mi piaceva l’idea di raccontare quell’uomo in relazione con il popolo, con quel pezzo di storia della Società italiana di quell’epoca, in relazione con la memoria di oggi, un vissuto che aveva coinvolto milioni di milioni, e raccontare cosa significa. Poi, ci sono anche, degli elementi drammaturgici interessanti nella figura di Berlinguer. Ha parlato, tantissime volte difronte a milioni di persone, ma che a lui non piaceva per niente, ma doveva farlo, perché quello era il suo ruolo. Era un uomo, che era stato individuato come, Capo di un Progetto, ma non aveva il carattere del capo. Era un persona piena di dubbi ed incertezze».
C’è stato un grande lavoro di ricerca storica?
«Enorme. Siamo stati diverse volte, all’Archivio Gramsci. Abbiamo incontrato, la Famiglia, una sessantina di testimoni che l’hanno conosciuto, che hanno lavorato con lui, che hanno vissuto il suo stesso contesto politico. Due anni di ricerca, molto impegnativi».
ELIO GERMANO:
In questi giorni, è nelle sale, il film “Iddu”. Qual è stato l’impatto, nel passare da un personaggio, come Matteo Messina Denaro, ad un uomo completamente opposto, come Enrico Berlinguer?
«Ho cominciato con il film di Matteo Messina Denaro, ma noi lavoravamo già con Berlinguer da due anni. Quando abbiamo girato il film, non sapevamo che Matteo Messina Denaro l’avrebbero arrestato. Ho avuto modo di studiare, la storia sotterranea di Matteo Messina Denaro, e poi quella, diciamo alla luce, di Enrico Berlinguer dal punto di vista politico e familiare».
Soprattutto anche familiare di Berlinguer?
«Ma anche Matteo Messina Denaro era familiare. Ho avuto modo, per “Berlinguer” di poter parlare, con il figlio Andrea, ma anche con tutta la Famiglia. È stato un viaggio molto profondo, intenso, ma molto molto stancante».
Daniele Cardia
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