(Adnkronos) – Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano denuncerà Maria Rosaria Boccia. La decisione è stata presa al termine di un lungo incontro fra il ministro e il suo difensore, l’avvocato Silverio Sica. "Il ministro non ha nulla da temere dalle dichiarazioni di questa donna – afferma Sica – Non c’è ragione per cui possa essere ricattato, non ci sono prove che sia stato ricattato, lo escludiamo senza dubbio". Non è ancora arrivato in procura l'esposto annunciato da Angelo Bonelli sul caso Sangiuliano-Boccia. Al momento, a quanto si apprende, non ci sono fascicoli aperti a Roma sulla vicenda. Nell’atto depositato dal portavoce dei Verdi si fa riferimento ai reati di peculato e rivelazione di segreto d’ufficio con, come allegati, una serie di articoli stampa e il materiale social pubblicato dalla Boccia. Una volta ricevuto l’esposto, i pm di piazzale Clodio, coordinati dal procuratore capo Francesco Lo Voi, procederanno all'apertura di un fascicolo, che inizialmente potrebbe essere a modello 45, cioè senza indagati e ipotesi di reato, per affidare poi delega per effettuare accertamenti. Sulla vicenda anche il ministro sta pensando di contrattaccare e valuta la possibilità di presentare una denuncia contro Maria Rosaria Boccia. Intanto la procura regionale della Corte dei Conti del Lazio, coordinata da Paolo Luigi Rebecchi, avvierà verifiche in relazione al caso Sangiuliano-Boccia. Da fonti qualificate si apprende che la vicenda "non è rimasta inosservata" e "si stanno facendo valutazioni su eventuali violazioni’’. I magistrati contabili avvieranno controlli riguardo eventuali violazioni sull'utilizzo di denaro pubblico e un possibile danno erariale. "Alla luce di quanto accaduto nell’ultima settimana con l’affaire Boccia, il ministro della Cultura non può rimanere al suo posto, deve dimettersi immediatamente! Sangiuliano è attualmente un ‘ministro’ dimezzato, travolto dagli eventi, che non può rappresentare il nostro Paese durante in un contesto così importante come quello del G7 della Cultura", attacca il portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli. “La misura è colma, dopo due anni di gaffes, mancate riforme e una gestione politicizzata delle nomine dei direttori dei musei nazionali -ricordo a tutti l’utilizzo del criterio o per meglio dire pregiudizio, di “italianità” per la scelta delle guide delle più importanti realtà museali italiane- le dimissioni sono un atto dovuto e la Meloni dovrebbe accoglierle, invece continua a difendere ministri imbarazzanti o rinviati a giudizio come Santanchè e Delmastro", prosegue. "Per la Premier è terminata la favoletta dell’urderdog, oggi è semplicemente una leader arroccata nei palazzi che teme un rimpasto di governo e il ‘fuoco amico’ degli alleati di Lega e Forza Italia e protegge i poteri forti. Questo non lo dice Angelo Bonelli, ma lo dimostrano i fatti, basti guardare a l’ultimo decreto bavaglio che imbavaglia i giornalisti e ostacola il lavoro della magistratura. Ed emette un decreto sul cinema che penalizza le produzioni italiane per favorire le grandi multinazionali da Netflix in poi", conclude Bonelli. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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