(Adnkronos) – Celine Dion contro l'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump per l'uso "non autorizzato" di 'My Heart Will Go On', colonna sonora del film 'Titanic'. Il brano è stato trasmesso durante un evento della campagna presidenziale a Bozeman, nel Montana, prima che Trump apparisse sul palco. In una dichiarazione rilasciata su X, il team di Dion ha detto di non "appoggiare" l'uso della canzone, domandandosi con un tocco di sarcasmo "veramente QUELLA canzone?", alludendo al naufragio, su cui si basa il film con Leonardo DiCaprio e Kate Winslet. La dichiarazione recita: "Il management di Celine Dione la sua casa discografica Sony Music Entertainment Canada, sono venuti a conoscenza di un utilizzo non autorizzato di video, registrazioni e performance musicali della canzone My Heart Will Go On in occasione di un comizio tenutosi in Montana. In nessun modo questa cosa è stata autorizzata e Celine Dion non approva questo tipo di operazione". La campagna di Trump non ha risposto alla dichiarazione. La Dion ha fatto un trionfale ritorno a cantare dal vivo il mese scorso alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi. E' stata la sua prima esibizione pubblica da quando ha rivelato che le è stata diagnosticata la sindrome della persona rigida nel 2022. La cantante ha parlato dei suoi problemi con l'SPS in un film intitolato 'I Am: Celine Dion', che secondo Amazon Prime Video il mese scorso è diventato il documentario di maggior successo di sempre. Artisti e band si sono già lamentati del fatto che Trump usasse le loro canzoni durante le manifestazioni elettorali. Anche l'artista canadese Neil Young si è precedentemente opposto al fatto che Trump usasse le sue canzoni, e nel 2020 i Rolling Stones lo hanno minacciato di azioni legali dopo che la canzone 'You Can't Always Get What You Want' è stata suonata in una manifestazione politica a Tulsa, in Oklahoma. Ozzy e Sharon Osbourne hanno inviato un avviso a Trump vietandogli di utilizzare la musica dei 'Black Sabbath' nei video della campagna nel 2019. Il candidato presidenziale del Partito repubblicano non è l'unico politico a ricevere critiche da parte degli artisti per l'uso delle canzoni durante le manifestazioni elettorali. L’anno scorso, il rapper Eminem ha chiesto all’aspirante candidato presidenziale repubblicano Vivek Ramaswamy di smettere di usare le sue canzoni. Bruce Springsteen ha criticato il presidente Reagan per aver pianificato di utilizzare 'Born in the USA' per la sua campagna elettorale del 1984. Fatboy Slim ha denunciato furiosamente il Partito laburista britannico per aver utilizzato il suo successo 'Right Here, Right Now' alla conferenza del 2004, l'anno dopo la guerra in Iraq. Legalmente, i politici statunitensi non hanno sempre bisogno del permesso diretto degli artisti. Le loro campagne possono acquistare pacchetti di licenza da organizzazioni per i diritti musicali che danno loro accesso legale a più di 20 milioni di brani. Tuttavia, gli artisti hanno il diritto di rimuovere la propria musica da tale elenco. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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