(Adnkronos) – L’Europa alza una barriera contro l’avanzata delle auto elettriche cinese.
A partire dal 4 luglio, i dazi doganali in Europa, saliranno dal 10% attuale fino al 38%. Una mossa questa che vuole schermare il Vecchio Continente dall’invasione di auto elettriche provenienti dalla Cina.
La motivazione sarebbe una e chiara, in Cina il Governo ha favorito lo sviluppo e la nascita di nuovi costruttori automobilistici, con forti sussidi. Una situazione che avrebbe dato vita a fenomeni di “dumping” ovvero la commercializzazione di auto elettriche ad un prezzo ben al di sotto di quello reale e concorrenziale. Da Pechino la contromossa sarebbe già partita, perché anche le aziende europee che esportano prodotti tecnologici e materie prime, potrebbero essere colpite da dazi. L’Europa vuole salvare il suo ruolo da protagonista nell’industria automotive, la Cina al contrario, vuole ribadire la sua supremazia tecnologica e l’enorme passo in avanti nella produzione e commercializzazione di auto elettriche. Due posizioni nettamente contrastanti tra loro, che ha creato spaccature anche interne. A votare per il rialzo dei dazi doganali, in prima fila ci sono l’Italia, Francia e Spagna, mentre Germania, Svezia e Ungheria sono contrarie. Chiara è la posizione del Gruppo Stellantis, il suo AD, Carlos Tavares ha recentemente dichiarato che la concorrenza libera e leale spinge le aziende ad adattarsi e trarre vantaggio da qualsiasi scenario. In uno scenario difficile e complicato si posiziona da una parte l’industria automobilistica che fa numeri, ovvero Stellantis, e dall’altra il Governo, alla ricerca sempre di un nuovo costruttore da affiancare al produttore nazionale di automobili. —motoriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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