Festival “leThèrario” ad Assemini: Tre Giorni tra Libri, Storie e Testimonianze al Femminile

1° edizione del Festival leThèrario - Casa Campidanese Sant'Andrea - Assemini (foto Fabrizio Viola).

La prima edizione del Festival leThèrario ha preso vita ad Assemini nella suggestiva cornice della casa campidanese Sant’Andrea, dal 18 al 20 ottobre 2024. Una serie di eventi all’ora del tè, con la partecipazione di scrittrici e personalità di rilievo, unite dal tema dell’universo femminile e delle storie che abitano. Organizzato con il patrocinio del Comune di Assemini e il supporto della Regione Sardegna, della Fondazione di Sardegna e dell’Associazione Enti Locali per lo spettacolo, l’evento ha visto la direzione artistica di Giovanni Follesa, scrittore e giornalista di grande esperienza.

L’incontro di venerdì 18 ottobre si è aperto con l’intervento di Vanessa Roggeri, che ha presentato il suo nuovo romanzo Il ladro di scarabei (ed. Rizzoli). Dialogando con Giovanni Follesa, l’autrice ha fatto emergere la complessa vicenda di Antino, un giovane che, nella Cagliari del 1928, cerca disperatamente di conquistare un posto nella famiglia Dejana, disposto a superare qualsiasi limite pur di ottenere quel riscatto sociale che gli è stato negato per nascita. Sullo sfondo, si intrecciano ambizioni e passioni in un’Italia segnata dal regime fascista. Subito dopo, Anna Cherubini ha presentato Diventeremo amiche (ed. Solferino), un libro che affronta con delicatezza e profondità la vicenda di Emanuela Orlandi, raccontando la storia di un legame mai nato tra l’autrice ed Emanuela, misteriosamente scomparsa quest’ultima nel 1983, entrambe figlie di funzionari vaticani negli anni Ottanta, che condividono luoghi, passioni e sogni; un evento che segna profondamente Anna, spingendola a ripercorrere quella vicenda e a riflettere su un destino che avrebbe potuto toccare anche a lei, offrendo una prospettiva personale su uno dei casi più enigmatici della storia italiana. La prima giornata si è conclusa con un omaggio a Michela Murgia con l’opera “Ricordatemi come vi pare” (ed. Mondadori), l’autobiografia intima e intensa che ripercorre con passione le sue battaglie su potere, femminismo, fede e letteratura, con la toccante lettura affidata a Lia Careddu accompagnata dalle musiche evocative di Francesco Medda Arrogalla. Un momento di grande intensità tra le antiche mura della casa campidanese, che ha richiamato alla mente l’eredità culturale di una grande combattente.

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La scrittrice Elisa Pilia presenta un suo romanzo, La bambina del vetro (foto Fabrizio Viola).

La giornata di sabato 19 inizia con Elisa Pilia, e la presentazione emozionante del suo romanzo, La bambina del vetro (ed. Il Maestrale), ambientato nella Francia dell’invasione nazista del 1940; sono due racconti intrecciati che narrano la storia di Étienne, una dodicenne e il suo legame con Aili, una bambina ebrea che cerca disperatamente di salvare. Legame che la porta quattordici anni dopo, ad intraprendere un viaggio per ritrovarla, guidato da una lettera di un soldato tedesco, che riapre i ricordi di un passato segnato dalla guerra e dalle storie raccontate attraverso le sfumature del vetro.

Il pomeriggio ad Assemini prosegue con l’editorialista e scrittrice Guia Soncini, con la sua riflessione sull’età adulta, e la presentazione del proprio libro Questi sono i 50. La fine dell’età adulta (ed. Marsilio), un memoir ironico e pungente che riflette sulla scomparsa dell’età adulta nella nostra società, esplorando il passaggio dai sogni dell’infanzia alla realtà dei cinquant’anni. Con un tono irriverente e una vena nostalgica, l’autrice mette in discussione le illusioni e i tabù della giovinezza eterna, interrogandosi su cosa significhi davvero crescere in un mondo dove tutti fingono di rimanere giovani per sempre <<gli uomini con gli anelli d’argento da tre centimetri alle dita, che spesso puntualmente agitano, ma perché? C’hai un’età! E il bello è che non si sentono tamarri!>>.

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Intervento con l’Assessora Jessica Mostallino, l’editorialista e scrittrice Guia Soncini, il Giornalista Michele Pipia (foto Fabrizio Viola).

Entrambe le autrici hanno dialogato con il giornalista Michele Pipia, offrendo al pubblico una narrazione a più voci su temi legati al passato, alla crescita e alle sfide personali, con la partecipazione anche dell’Assessora alla Cultura Jessica Mostallino, visibilmente coinvolta in alcuni passaggi, ma anche molto divertita in alcune parti dell’intervista. Il Sabato si conclude con un reading tratto da Sì, lo voglio – Storie di unioni civili di Giovanni Follesa (ed. People), le storie di coppie omosessuali italiane che, dopo l’approvazione della Legge Cirinnà, hanno scelto di unirsi civilmente, condividendo i loro sogni, le sfide quotidiane e il percorso verso una nuova forma di famiglia. Con delicatezza e sensibilità, l’autore invita a riflettere sulla bellezza della diversità e sulla necessità di accogliere tutte le sfumature dell’amore; portato in scena dal bravissimo Alessandro Fullin, attore teatrale e cinematografico e accompagnato da intramezzi musicali del chitarrista Luca Spanu. Il racconto delle lotte e dei traguardi delle unioni civili è stato accolto con grande partecipazione dal pubblico di Assemini, confermando la capacità del festival di toccare temi sociali rilevanti attraverso delle intelligenti e profonde riflessioni.

Nella giornata conclusiva di domenica 20 ottobre il Festival ha continuato a incantare il pubblico con le storie di Ada Lai, che ha presentato La Signora dei fiori (ed. Della Torre) in dialogo con Lorella Costa. La Signora dei Fiori di Ada Lai racconta la vita di una donna che, guidata da uno spirito visionario, lascia il suo piccolo borgo friulano per approdare in Sardegna, con coraggio e passione raccoglie l’eredità imprenditoriale e creativa del marito, Leone Sgaravatti, trasformando la natura in arte e creando un parco unico nel suo genere, che incarna l’essenza stessa dell’Isola. L’incontro prosegue con la partecipazione straordinaria di Dacia Maraini, che ha discusso di Vita mia (ed. Rizzoli), un racconto intenso e struggente che ripercorre un capitolo oscuro della sua infanzia. Nel 1943, a soli sette anni, Dacia vive in Giappone con i genitori e le sorelle, avvolta nell’apparente tranquillità di Kyoto. Ma il sogno di pace si infrange quando suo padre e sua madre, Fosco e Topazia, scelgono di non giurare fedeltà alla Repubblica di Salò. Questa decisione coraggiosa li condanna a un destino duro e incerto: la famiglia viene internata in un campo di concentramento giapponese, dove la vita si riduce a pochi grammi di riso al giorno, tra malattie, gelo e continue privazioni. In queste pagine, attraverso lo sguardo innocente e stupito di una bambina, si rivive la disperazione e la forza di una famiglia che, nonostante tutto, trova speranza nella lotta contro l’orrore della guerra, trasformando la sofferenza in un atto di memoria e resistenza contro il razzismo e l’oppressione. A chiudere questa prima edizione del Festival è stato il reading teatrale “Eleonora d’Arborea racconta”, con Elena Pau accompagnata dalle musiche di Roberto Deidda e con la straordinaria partecipazione di Vladimir Luxuria. L’artista televisiva ed ex parlamentare con un’interpretazione suggestiva e intensa, con le figure di Benedetta Judikissa di Calari e Adelasia Judikissa di Torres di Rossana Copez, ha riportato il pubblico alle radici storiche della Sardegna.

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La scrittrice, poetessa e saggista Dacia Maraini durante il suo intervento al Festival leThèrario di Assemini(foto Fabrizio Viola).

Queste tre giornate non sono state soltanto un’occasione per scoprire nuove narrazioni e riflettere sui temi della femminilità e dell’identità di genere, ma anche un momento di pura condivisione e di grande emozione. Le giornate sono state arricchite dalla possibilità di degustare, grazie alla collaborazione con la Pro Loco di Assemini, un aperitivo a base di prodotti locali.

La direttrice artistica ha sottolineato l’importanza dell’inclusività come chiave di questo evento: «Assemini ha dimostrato di essere una comunità aperta e curiosa, pronta a lasciarsi coinvolgere da un programma che offre spunti inediti e di grande profondità». Anche l’assessora alla Cultura del comune, Jessica Mostallino, ha ribadito il valore del festival per il territorio: «Vogliamo che il festival diventi un punto di riferimento culturale, capace di attrarre lettori anche dai comuni vicini, rafforzando il ruolo del libro nella crescita delle coscienze».

Ma il Festival leThèrario non si esaurisce qui: sono infatti previste attività nelle scuole di Assemini a novembre, un modo per prolungare la magia delle tre giornate e portare i temi trattati tra le nuove generazioni. Un segnale di come la cultura possa continuare a fiorire, alimentata dalla curiosità e dalla voglia di raccontare storie sempre nuove.

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l’insegnante e scrittrice Rossana Copez, l’assessora alla Cultura Jessica Mostallino, l’artista ed ex parlamentare la dott.ssa Vladimir Luxuria al Festival leThèrario di Assemini (foto Fabrizio Viola)
Informazioni su Fabrizio Viola 14 Articoli
Fabrizio Viola, giurista, con una pratica d'avvocato, amante dello scrivere, esperto in comunicazione e informazione digitale (ai sensi degli artt. 4,7 e 8, della legge 14 gennaio 2013, n.4). Arricchisce il suo percorso formativo con due master universitari: un master di primo livello in Management politico presso il Sole24Ore e un master di secondo livello in Comunicazione e marketing politico e istituzionale presso la Luiss School of Government di Roma. Sempre con la Luiss Guido Carli frequenta un corso di alta specializzazione in NFT & Smart Contract programming.

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