Quella che vi sto per raccontare, è la straordinaria storia di Nicholas Deplano, in arte DJ NICHOLAS FEET. Un giovane Dj (nel tempo libero, dice lui) di soli 23 anni.
Leggere la sua storia farebbe bene a tutti, soprattutto a chi si “incazza” facilmente, per cose di poco conto.
Abbiamo conosciuto Nicholas, lo scorso fine settimana ad un Trofeo di Sitting Volley, nella quale il sottoscritto, oltre ad effettuare un reportage, ha giocato con scarsissimi risultati.
Nicholas è nato e vive a Badalucco, in provincia di Imperia -Liguria, ma con nostra grande meraviglia, abbiamo scoperto che il padre Daniele (nome bellissimo) è sardissimo, di Sanluri.
Com’è nata questa passione per la Musica?
«La passione per la musica, in particolare del Mixing è nata, attraverso mio fratello che con i suoi amici, si era comprato un mixer. Ed io guardando loro, ho imparato a fare il Dj. Quando ero bambino, per me era un gioco, poi da lì è diventata una vera passione»
Ma è diventata anche una Professione vera e propria?
«Ogni tanto vengo retribuito, mi faccio dare qualcosa. Ma facendo spesso, eventi di beneficenza, sono io a non chiedere nulla., perché prima viene la beneficenza: preferisco appoggiare la causa che chiedere un compenso. Se invece, vado a suonare in qualche locale, è giusto chiedere almeno un rimborso spese».
Qual è la tua caratteristica principale del tuo Mixaggio, tu come mixi?
«Io mixo con i miei piedi, perché sono nato senza entrambe le braccia, con un agenesia ed una focomelia (una malformazione congenita, mancato sviluppo degli arti). Diciamo che le mie braccia, sono le mie gambe, mentre i miei piedi sono le mie mani. Le uso per fare tutto: cucino, guido, disegno e suono il pianoforte. Ma anche semplicemente, io mi lavo i denti con i piedi».
Da poco, hai partecipato ad un evento. Quale?
«Alla Diasorin Cup “Christmas Start di Sitting Volley, dove ho conosciuto tante belle persone, tra cui te: Campioni di vita e Campioni di sport. Eventi del genere, dovrebbero essere fatti più spesso nel mondo, per sensibilizzare e far capire quanto, la resilienza possa aiutare a vedere il mondo con occhi diversi
Il piacere è mio! Invece, come fai a cucinare? Come fai a guidare?
«Diciamo che, i miei piedi hanno una grande manualità (scusate il gioco di parole). E sono molto elastico, quindi impugno le cose, come se avessi una mano. Per guidare l’auto, ho avuto bisogno di alcune modifiche, più che altro non erano modifiche strutturali, perché io utilizzo il volante ed i pedali, come qualsiasi altra persona. Volante e pedali sono sempre lì. L’unica cosa, è che per arrivare comodo al volante, ho dovuto alzare il sedile e mettere una prolunga nei pedali, perché di conseguenza alzando il sedile, ho dovuto alzare i pedali, visto che non sono molto alto (Nicholas sorride)»
E cucinare, come cucini?
«Cucinare è stato merito di mia mamma, perché mi ha supportato e sopportato. Ci siamo costruiti un tavolino, con due piani ad induzione, tutto ad altezza gambe. Io sono seduto su uno sgabello che mi alza un pochino, cucino come qualsiasi altra persona, con l’unica differenza che, per alcune cose mi aiuta mia madre, come portare l’acqua per la pasta sul fornello .
Come fai a fare tutto questo?
«Io la disabilità non la vedo come un ostacolo, ma come se fosse un evoluzione del corpo umano. Quello che riesco a fare io, molte persone non possono farlo (o viceversa), perché il loro cervello non si è evoluto per fare quelle determinate cose. Il mio cervello si è evoluto, a fare tutto con i piedi. Una persona con le braccia non riesce a fare le stesse cose, con i piedi».
Che messaggio vorresti trasmettere?
«Non fermarsi mai al primo ostacolo, ma sbatterci anche la faccia finché tu non abbia la certezza che, quella cosa non si possa fare. Io sono convinto che, qualsiasi cosa si possa fare. Soprattutto se, come me, hai una Grande Famiglia. Una madre, un padre ed un fratello, che ti hanno permesso di fare tutto. E comunque, devi avere tanta forza di volontà e non buttarti giù, e superare qualsiasi ostacolo»
Grazie di essere stato con noi
Daniele Cardia
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