L’allarme di Sicindustria: “La mafia ha rialzato la testa”

(Adnkronos) – “L’analisi della commissione regionale Antimafia mette nero su bianco una situazione di cui già avevamo purtroppo consapevolezza: la mafia negli ultimi anni ha rialzato la testa e stiamo assistendo a una recrudescenza di atti criminali a danno delle imprese". Lo ha detto, in una intervista all'Adnkronos, il neo Presidente di Sicindustria, Luigi Rizzolo, commentando i dati emersi dalla relazione della Commissione antimafia dell'Assemblea regionale siciliana. Secondo quanto sottolineato dagli inquirenti all'Antimafia è generale il tentativo della mafia di "infiltrarsi nell’economia legale" attraverso azioni parassitarie, limitando la concorrenza degli altri imprenditori che non possono competere con ingenti flussi di capitale illecito. Ciò accade soprattutto nei territori con una propensione imprenditoriale più spiccata come nelle zone del Trapanese, Catanese, Palermitano, Ragusano e Siracusano. Pertanto, c’è una mafia che assume caratteristiche imprenditoriali sempre più estese nei diversi settori dell’economia più redditizia: dal settore energetico a quello dei rifiuti, dal turismo a tutte le attività connesse alla gestione del tempo libero.  "La posizione di Sicindustria in tal senso è assolutamente chiara e netta: non bisogna abbassare la guardia e occorre sempre denunciare qualsiasi tentativo di ingerenza criminale all’interno del circuito economico – dice ancora Rizzolo – Posso anche dire che per quanto riguarda il nostro Sistema, l’asticella dell’attenzione è tenuta sempre molto alta e abbiamo tutti gli strumenti per intervenire nei confronti di chi risulta connivente con ambienti mafiosi per interessi personali".  Dallo spaccato della relazione dell'Antimafia, guidata dal deputato Antonello Cracolici, emerge un'organizzazione criminale meno pressante ma capillare, che agisce all'insegna del "pagare meno ma pagare tutti". Si registra anche una caduta della tensione antimafia che si è tradotta in un sentimento di pericolosa indifferenza dopo l'onda emotiva successiva alle stragi, un tessuto connettivo caratterizzato da ingenti risorse derivanti dal traffico di stupefacenti. "Io sono alla guida di Sicindustria da poco più di tre mesi, ma il mio impegno è quello di portare avanti una linea fatta da pochi annunci e tanta concretezza", dice ancora il Presidente Rizzolo. Nel corso delle audizioni dell'Antimafia sono stati sentiti nove prefetti, 19 procuratori capo, 4 procuratori antimafia, 302 amministratori locali, questori, comandanti provinciali della guardia di finanza e dei carabinieri, nonché i vertici delle direzioni investigative antimafia. Le audizioni con i Comitati dell’ordine e della sicurezza di tutte le province siciliane – iniziate a febbraio 2023 a Castelvetrano e concluse a Catania a settembre – hanno segnalato come ”alla recrudescenza del fenomeno estorsivo sia connessa una minore capacità del sistema imprenditoriale siciliano di reagire, sia in termini di denunce che in termini di reazione, con numerosi casi in cui, al contrario, è l’imprenditore o il commerciante a cercare, di sua sponte, la protezione dei clan per la cosiddetta messa a posto”. Un dato a cui si affianca, sottolinea la Commissione, ”un preoccupante sfilacciamento del tessuto sociale che, invece, sull’onda emotiva successiva alle stragi di mafia, si era schierato contro lo strapotere delle mafie. Una caduta della tensione che si è tradotta in un sentimento di indifferenza che ha determinato l’assenza di associazioni antiracket in alcune province siciliane o la loro cancellazione per inattività, riducendo la loro funzione, in alcuni casi, alla mera assistenza legale della vittima di estorsione senza che ciò si traduca in una attività di prevenzione e sensibilizzazione contro il racket”. Sono 30, in tutto, le associazioni antiracket registrate nell’Isola, 31 se si considera quella in attesa di iscrizione a Ragusa dove, nel 2021, ben tre associazioni sono state cancellate per inattività. "Un passaggio che mi ha colpito nell’analisi della Commissione è quello relativo alle associazioni antiracket, la cui funzione sul territorio ritengo essere molto importante come testimonia anche una delle ultime intercettazioni che ho letto dove a proposito di un imprenditore veniva detto di non contattarlo perché vicino ad Addiopizzo", dice ancora Luigi Rizzolo.  "Sull’allarme lanciato dalla Commissione in merito alla cancellazione di alcune associazioni, credo che una possibile ragione, accanto alla caduta di tensione che va assolutamente contrastata, sia anche la proliferazione forse eccessiva registrata in un certo periodo storico. Ciò che conta è, comunque, avere sempre la consapevolezza che un mercato alterato danneggia tutti. Anche chi è convinto di avere un vantaggio momentaneo”, conclude il Presidente di Sicindustria. (di Elvira Terranova) —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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