(Adnkronos) – "Ho contratto la cheratite da acanthamoeba tra la fine di maggio e l'inizio di giugno del 2024. Durante il ritorno da una gara in aereo avevo un fastidio a un occhio che poteva sembrare un granellino di sabbia, un rossore che anch'io sinceramente avevo collegato all'herpes che avevo avuto l'anno prima perché i sintomi inizialmente mi sembravano essere gli stessi". Così Alice Sotero, atleta delle Fiamme azzurre di Pentathlon Moderno che ha partecipato alle Olimpiadi di Rio, di Tokyo e di Parigi e che conta varie medaglie d’oro e argento a livello mondiale ed europeo, ha raccontato all’Adnkronos Salute, oggi a Roma, la sua esperienza in occasione Dialogue Meeting su 'Conoscere e riconoscere la Cheratite da Acanthamoeba', promosso dalla rivista di politica sanitaria Italian Health Policy Brief. "Sono andata ovviamente dal mio oculista di riferimento che mi ha curata per un herpes" che "avevo avuto l’anno prima – continua l’atleta – Pensavo a una recidiva", ma "non rispondevo alle terapie e mi ha così inviato da altri suoi colleghi". Al Pronto soccorso oftalmico di Torino "ho fatto un tampone oculare per vedere se c'erano batteri, infezioni, ma non hanno riscontrato niente. Successivamente sono stata inviata a Grosseto dal professor Sarnicola dove ho fatto uno scraping oculare". Dopo altre analisi è arrivata la diagnosi di cheratite da acanthamoeba. Da quel momento l'atleta inizia varie cure, fino ad accedere al polihexanide. "I dolori erano molto forti perché ormai erano due settimane che avevo la malattia: un'ulcera che mi provocava molto dolore – ricorda Sotero – Sono stata a letto parecchio tempo perché gli antinfiammatori, gli antidolorifici non facevano alcun effetto, ma pian piano i dolori sono diminuiti e sono riuscita a riprendere gli allenamenti e la mia strada verso Parigi". Nonostante la malattia ultra-rara "con un po' di pazienza e tanta sopportazione del dolore si può fare allenamento e l'atleta ad alto livello. Ovviamente seguita da persone che conoscono la malattia, anche perché io ho avuto il problema della piscina dove potevano crearsi infezioni da funghi". Lo scorso ottobre l’atleta ha avuto il trapianto di cornea. "I tempi di recupero sono comunque molto lenti, circa un anno dall'operazione. Dall'occhio sinistro ancora non vedo niente, però non mi fa più male, non ho più dolore. Già quello – conclude – è un ottimo passo avanti". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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