(Adnkronos) – "E' triste che a una Repubblica del Terzo Millennio occorrano ancora le quote rosa per sancire un diritto". Pamela Villoresi, direttrice del Teatro Biondo Stabile di Palermo sospira. Nelle stesse ore in cui all'Assemblea regionale siciliana le tensioni interne ai partiti 'affossano' il ddl Enti locali (rimandandolo in commissione Affari istituzionali) e, con esso, la norma che prevede la rappresentanza di genere al 40 per le donne nelle giunte comunali, ammette: "Noi abbiamo fatti tanti passi avanti rispetto ad altri Paesi nel mondo ma di certo non siamo arrivate alla parità". Il motivo? "Le donne sono ancora discriminate perché di fatto al potere ci sono gli uomini – dice all'Adnkronos – e laddove la decisione è politica continuano a 'spartirsi' questo potere tra di loro. Il merito spesso non conta. La mia vicenda docet". Alla guida del teatro di via Roma lei è arrivata cinque anni fa e ci resterà fino alla fine dell’anno. Poi lascerà il posto al suo successore selezionato con un nuovo bando. "Per noi – parlo in generale, non è così per tutte ma per la maggior parte – gestire qualcosa non è un esercizio di potere ma un servizio – dice l'attrice e regista -. Gli inciuci politici che vanno a danno di un risultato dalle donne passano meno ed è una delle ragioni per cui anche ne siamo tagliate fuori". Vale nella politica così come nelle istituzioni culturali. "Nei teatri in questo momento registriamo un passo indietro", denuncia. Lo dicono i numeri. "Fino allo scorso anno eravamo in quattro alla direzione dei tric (teatri di rilevante interesse culturale, ndr), dal prossimo anno solo una credo". Un dato che non è geografico. Anzi. Sulla presenza di donne in ruoli di vertice "non so se la Sicilia registri percentuali più basse che nel resto d'Italia – sottolinea -, a essere sincera nei teatri non è stato così. Due tra le sei donne che in tutta la storia della Repubblica italiana hanno gestito i teatri erano qui". Lei, però, non nasconde le difficoltà affrontate negli anni alla guida del Teatro Biondo di Palermo. "Ci sono state alleanze maschili anche all'interno del teatro per togliermi forme di potere, che, peraltro, a me non interessavano affatto. Io guardavo alle decisioni artistiche". Di una Sicilia ancora patriarcale, però, non si sente di parlare. "Non so quanto qui questa mentalità sia più diffusa che altrove. Devo dire, però, che nell'ultimo secolo l'Isola ha fatto passi da gigante". Resta, però, un dato: la necessità di normare per legge la parità di genere. "Purtroppo sì. Io sono a favore delle quote rose perché almeno ci garantiscono un minimo di rappresentanza sia all'interno delle istituzioni che nella gestione di enti e istituzioni che decidono per il Paese". Anche se è "triste" che in un Paese democratico per "sancire un diritto servano ancora quote rosa". (di Rossana Lo Castro) —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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