«Bum bum, batte il cuore, bum bum
Il mondo è un girotondo, no, che non scendo ancora» (Irene Grandi – Brano “Bum bum”)
Il cuore a volte, batte forte, troppo forte. Sono tante le patologie cardiache, da cui sono affette migliaia di persone, al giorno d’oggi. Noi abbiamo voluto conoscere meglio, alcune di queste patologie, e l’abbiamo fatto chiacchierando con un cardiologo, il Dottor Alessandro Bina che esercita in un ambulatorio cagliaritano e collabora con diverse associazioni di categoria. Socio aggregato della “Federazione Medico Sportiva Italiana”, nonché Consigliere Nazionale della Società Italiana di Cardiologia dello Sport”.
Due associazioni, che collaborano tra loro per la prevenzione della morte improvvisa, secondo una legge del 1982, che consente di effettuare una prevenzione molto importante, su persone che praticano attività sportiva. Grazie a questa legge, la mortalità improvvisa in Italia è crollata del 90%, con incidenza tra le più basse al mondo. Affronteremo meglio, in un secondo momento, questo argomento.
Dottor Bina si occupa, di tutta la cardiologia ambulatoriale e anche di tutta la diagnostica non invasiva: tutto ciò che si può fare in un ambulatorio esterno all’ospedale. Non si occupa solo, di cardiologia preventiva, ma anche di cardiologia di cura e trattamento per persone che hanno già avuto una cardiopatia, un’aritmia cardiaca, un infarto, un intervento chirurgico, un impianto di pacemaker, etc.
Una delle patologie più frequenti, soprattutto nelle persone anziane è la Fibrillazione Atriale.
Che cos’è esattamente, la Fibrillazione Atriale?
«La Fibrillazione Atriale è un’aritmia cardiaca molto frequente, in relazione all’invecchiamento e alla fibrosi che arriva con l’invecchiamento, o ad altri fattori come l’ipertensione arteriosa. È un’aritmia cardiaca, potenzialmente invalidante, perché predispone all’insorgenza di “Ictus” e per questo, noi dobbiamo predisporre un’adeguata terapia di profilassi. Una delle tematiche più importanti, che da Cardiologo mi sento di consigliare vivamente, è quello dell’importanza dell’esercizio fisico, che dobbiamo considerare, come una terapia personalizzata, che va adattata alle singole persone. L’esercizio fisico va prescritto, sia in prevenzione primaria, per le persone che non hanno mai avuto un evento cardiovascolare, sia in prevenzione secondaria, per persone che, invece, hanno già avuto un evento cardiovascolare. Consente spesso, di liberarsi di terapie farmacologiche, ma soprattutto consente di avere una qualità di vita migliore. Da Cardiologo sportivo, che effettua un’attività di prevenzione e di filtro sul territorio, molto importante, mi preoccupo sempre, di raccomandare l’Esercizio fisico, adattato alla singola persona.
L’Esercizio fisico dev’essere di varie tipologie:
- l’esercizio aerobico;
- l’attività di muscolazione, soprattutto per le persone anziane che perdono massa muscolare, e devono assolutamente avere autonomia per le loro attività quotidiane;
- la flessibilità, lo stretching;
- l’equilibrio, che per le persone fragili, anziani o diversamente abili, spesso è un fattore limitante per la loro qualità di vita.
Tutto ciò, si può allenare, attraverso una prescrizione dell’esercizio fisio.
Tornando alla fibrillazione atriale, è aritmia cardiaca frequentissima, che dobbiamo imparare a riconoscere, ad esempio, con l’utilizzo di dispositivi indossabili, come un orologio, uno smartwatch, che può rilevare l’aritmia sul momento, ed inviare i dati al cardiologo. Ricevo spesso elettrocardiogrammi rilevabili da dispositivi indossabili, da persone di tutte le età, in cui è fondamentale una diagnosi, per poter impostare una terapia profilattica».
È vero che, esistono delle fibrillazioni atriali, non riconosciute dal paziente, perché è fibrillante e non sa di esserlo?
«Certo, è assolutamente corretto, infatti, ha senso un’operazione di monitoraggio, o di lunga durata, o anche di 24-48 ore, con dei dispositivi chiamati Holter, perché spesso, le persone non avvertono l’aritmia e questo è molto pericoloso, perché non contattano il medico e se l’aritmia persiste, oltre le 48 ore, c’è la predisposizione alla formazione di trombi, che possono poi determinare “Ictus” o “Embolie polmonari”, malattie gravi ed invalidanti. Per cui è importante, un monitoraggio del ritmo cardiaco anche occasionale, a casa, e non necessariamente in un ambulatorio medico».
Che danni, potrebbe arrecare una grave fibrillazione atriale?
«La fibrillazione atriale può determinare una frequenza cardiaca molto veloce, e quindi accelerando il ritmo cardiaco può determinare un crollo della pressione, causando una sincope, oppure anche se non perde i sensi la persona ha un senso di malessere generale, con un cuore che batte velocemente a 150/200 battiti al minuto, in modo irregolare, con possibile formazione di trombi nel cuore, che poi possono embolizzare perifericamente»
Potrebbe causare anche un infarto?
«Potrebbe causare un infarto, di tipo cardio-embolico, attraverso un trombo che parte dal cuore, è un’evento non tanto frequente, l’infarto è maggiormente causato dall’arteriosclerosi. In ogni caso la fibrillazione atriale è una condizione, molto frequente negli ultraottantenni, e noi viviamo in una Società dove gli ultraottantenni sono numerosi. Esistono anche dispositivi della misurazione della pressione che hanno degli algoritmi che riconoscono un aritmia cardiaca, e possono essere utili per il medico che segue quella determinata persona».
Antonio Paschi – Daniele Cardia
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