(Adnkronos) – "Rispetto agli altri biologici che abbiamo a nostra disposizione per i pazienti affetti da asma grave, tezepelumab è una grande opportunità terapeutica" perché "agisce a monte nella cascata infiammatoria e va a impattare su una delle citochine che viene rilasciata dall'epitelio bronchiale allertato, allarmato, da uno stimolo infiammatorio che può essere di varia natura: infettivo, fumo, particolato presente nell'inquinamento o un allergene". In risposta a "vari stimoli", infatti, "l'epitelio reagisce con una sorta di atteggiamento di protezione, innescando una cascata immuno-infiammatoria. Tezepelumab va ad agire proprio a monte di questa cascata, andando a bloccare una citochina, in questo caso la linfopoietina timica stromale", la Tslp, "andando a impattare in maniera significativa sul bisogno clinico delle forme di asma grave indotte da diversi trigger infiammatori e sulle riacutizzazioni che, fino ad ora, non avevano una tale opzione terapeutica disponibile". Lo ha detto Paola Rogliani, professoressa di Malattie dell'apparato respiratorio all'Università Tor Vergata e direttore Uoc Malattie apparato respiratorio, Fondazione policlinico Tor Vergata di Roma, intervenendo oggi a Milano in un incontro con la stampa promosso da AstraZeneca dopo l'approvazione, da parte di Aifa, di tezepelumab nell’asma grave. Gli studi registrativi che sono stati condotti "hanno mostrato outcome, quindi esiti di efficacia, di particolare rilevanza – sottolinea la specialista – perché si è visto che" il trattamento "migliora sicuramente il tasso di riacutizzazione riducendo" dal 50% all'80% "proprio questo che è uno degli outcome più importanti nel paziente affetto da asma grave. Ma va a migliorare anche i sintomi, e questo è un aspetto particolarmente rilevante e che differenzia questa molecola dalle altre nella stessa classe, oltre a migliorare quella che è la funzione polmonare, quindi i volumi che misuriamo alla spirometria. E in ultima analisi" c'è "un miglioramento sicuramente di quella che è la qualità di vita". Attualmente, ricorda Rogliani, "il trattamento dell'asma grave prevede l'uso di una combinazione di molecole per via inalatoria come terapia di base, con la possibilità di aggiungere anticorpi monoclonali per i pazienti eleggibili. In particolare, i pazienti con asma grave allergico o asma grave eosinofilico hanno a disposizione opzioni biologiche che mirano a bloccare singoli elementi della complessa cascata immuno-infiammatoria responsabile dei sintomi e delle manifestazioni cliniche dell'asma. Questi trattamenti lasciano attivi alcuni mediatori che possono ancora causare riacutizzazioni e compromettere il controllo della malattia e potrebbero non essere adatti per i pazienti con molteplici vie infiammatorie coinvolte nell'asma, e quindi potrebbero non rispondere all'eterogeneità della malattia e alla sua potenziale variabilità nel tempo. Tezepelumab – conclude la docente – agisce direttamente sul danno epiteliale e quindi sul segnale dell'innesco della cascata infiammatoria, permettendo di modulare contemporaneamente diversi mediatori infiammatori coinvolti nell'asma". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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