Serbia, proteste a Belgrado: disordini e richiesta di elezioni bis

(Adnkronos) – Sono almeno 35 le persone che sono state fermate in Serbia nelle proteste, in cui sono rimasti feriti due poliziotti, che si sono tenute ieri a Belgrado per chiedere vengano ripetute le elezioni parlamentari del 17 dicembre e durante le quali i manifestanti sostenitori dell'opposizione hanno assediato gli uffici del Comune. A dare notizia dei fermi è stato il presidente Aleksandar Vucic dopo un riunione del Consiglio di sicurezza nazionale, parlando di un "tentativo di impadronirsi con la forza" delle istituzioni dello Stato e respingendo le denunce di irregolarità durante il voto, come ha riportato il sito di notizie Danas. Quello di ieri è stato il settimo giorno consecutivo di proteste per contestare i risultati del voto. "Sono evidenti i tentativi da parte dell'Occidente di infiammare la situazione" in Serbia, "utilizzando tecniche di colpi di stato 'in stile Maidan'", dice la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, in dichiarazioni riportate dall'agenzia russa Tass con un riferimento alle proteste a Kiev di dieci anni fa (nel febbraio del 2014 l'allora presidente Viktor Yanukovich lasciò l'Ucraina per poi ricomparire in Russia). "L'unica reazione possibile è rispettare alla lettera la Costituzione del Paese, rispettarne lo spirito e rispettare le scelte della popolazione, che ha votato per gli interessi nazionali del proprio Paese". —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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