(Adnkronos) – “La visione di Novo Nordisk si fonda sul concetto di guidare il cambiamento, per le generazioni future nella cura delle patologie croniche con l’innovazione. Parlare oggi di patologie croniche vuol dire parlare di un binomio che esiste tra salute e ambiente. Ed è qui che l'impegno nella sostenibilità ambientale è al centro della strategia di Novo Nordisk perché oggi non è più sufficiente parlare di sicurezza e valore delle terapie. Non basta parlare di qualità di vita ma serve anche valutare l'impatto che le nuove terapie avranno sull'ambiente. Novo Nordisk è un'azienda farmaceutica globale che nasce 100 anni fa in Danimarca, un paese che ha nel Dna concetti e politiche di sostenibilità”. Il primo 'report ambientale' aziendale "è del 1994". Così Isabella Roth, capo della comunicazione esterna per Novo Nordisk Italia intervenendo all’appuntamento di Adnkronos Q&A ‘Le nuove strade della sostenibilità’ presso il Palazzo dell’Informazione. “Guidare il cambiamento – continua Roth – non solamente nella gestione delle patologie croniche che chiaramente rappresentano un tema non solamente sanitario ma anche sociale e vedremo ambientale, ma soprattutto guidare il cambiamento per le generazioni future. Qui nasce il gancio tra quella che è la strategia, la visione, l'azione nel campo della salute con terapie sempre più innovative, sempre più sicure, sempre più efficaci nella lotta di queste patologie, e con attenzione all'ambiente: è imprescindibile parlare di salute di generazioni future senza valutare e misurare l'impatto ambientale che queste terapie avranno anche grazie a terapie che non si somministrano quotidianamente, ma una volta la settimana, riciclando i materiali per la somministrazione”, come le penne per l’insulina. “La strategia globale di Novo Nordisk, Circular for Zero ha chiaramente proprio una mentalità e un approccio circolare, andare dentro il 2045 a ridurre l'impatto ambientale a zero”. L'impatto ambientale ha anche un impatto sociale: “Dieci anni fa – spiega Roth – l’azienda ha deciso di sostenere, con l'University College of London e lo Steno Center di Copenhagen un progetto che si chiama Cities Changing Diabetes. L’obiettivo è di coinvolgere le città quali centri di innovazione non solo nella promozione e nella messa in atto di politiche volte al miglioramento della salute urbana, ma anche a livello politico”. Si è visto infatti che “l'impatto di patologie croniche, tra tutte il diabete” è maggiore nei contesti urbani meno attenti alle politiche della salute e del benessere. “Questo programma coinvolge oggi circa 30 metropoli a livello globale e l'Italia è il Primo paese nell'ambito di questo programma di Novo Nordisk in termini di adesione, con 70 municipalità, 13 milioni di cittadini che rappresentano circa il 22% della popolazione. La volontà – conclude – è di andare avanti di non fermarsi al decennale ma passare da un programma che ha investito sul diabete trasformandolo in un programma che vuole chiamarsi Cities for Better Health, cioè delle città che prendono un impegno concreto per promuovere politiche per la salute”. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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