«I sogni anche i più logori e andati
Non si son dileguati si raccontano qua
Artisti costi quel che costi
Siamo nati Artisti ci perdonerai
I voli incerti e disperati
Spesso, dirottati dalla fantasia
Soli in cerca di poesia! Amo» Brano di Renato Zero “Artisti”
Non siamo soli a questo mondo. Molti di noi, nascono con un sogno. A volte rimangono una fantasia per tutta la vita, ma a volte si realizzano, e diventano realtà. Molto spesso è il caso degli artisti: che essi siano pittori, scrittori, attori, cantanti, ballerini o persino performer.
Come Chiara Bersani, nota performer di fama internazionale.
Venerdì 20 settembre, presso gli spazi di “Fuori Margine” a Cagliari, dopo il suo spettacolo “Sottobosco” che ha messo in scena, con grande professionalità ed un pizzico di sana e meravigliosa magia, la Signora Bersani, si è intrattenuta ai nostri microfoni:
Nel suo spettacolo, ha raccontato il mondo della disabilità. Esattamente in che modo?
«Abbiamo provato a immaginare un possibile universo, in cui le regole dello spazio, e del movimento, vengono scoperte da corpi disabili e non disabili, insieme. Quindi, si provano ad annullare le gerarchie di un corpo più forte ed un corpo più vulnerabile, trovando un linguaggio comune, che possa far comunicare, in modo paritario, corpi con storie e vulnerabilità differenti».
Mi corregga se sbaglio, perché sono solo un’umile giornalista. Ho notato: un senso di angoscia e paura iniziale, ma poi un senso di rinascita, giusto?
«Si, sono d’accordo. A parte che è bello, che in un lavoro di danza, ognuno di noi trae una sua interpretazione.
Però sì, all’inizio c’è molta solitudine, ma c’è poi un enorme cambiamento di atmosfera, quando avvengono il primo incontro, e poi gli incontri con altre persone».
Un’ultima domanda, altrimenti dalla regia mi picchiano. Perché la performer, Chiara Bersani, nei suoi spettacoli, racconta il mondo della disabilità?
«Intanto, perché io stessa, sono una persona con disabilità, e poi per me è molto importante che, questo spazio, uno spazio teatrale, che solitamente, non prevede la presenza di corpi con disabilità, diventi uno spazio per tutti, con o senza disabilità. E che lo diventi, in una maniera seria, strutturata e professionale, e non necessariamente, sempre e solo sottoforma di assistenzialismo».
“Sottobosco” uno straordinario spettacolo Inclusivo. La disabilità non dev’essere più una diversità, ma deve essere la normalità.
Daniele Cardia
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