(Adnkronos) – Data Engineer, Software Developer ed esperti di Cloud, secondo l'analisi della società di recruiting HAYS Italia la richiesta di queste figure e più in generale di "tech talent" nei settori della manifattura, automotive, energia è in costante crescita. Il report "The Tech Talent Explorer", realizzato da HAYS in 20 Paesi della regione EMEA, evidenzia come la ricerca di professionisti tech sia aumentata del 35% nell'ultimo anno rispetto al 2022, rappresentando oggi il 30% delle richieste totali da parte delle aziende. Tuttavia, quasi un terzo dei professionisti italiani, impiegati in ruoli legati alle nuove tecnologie, non risulta essere completamente soddisfatto e prevede di cambiare società nel corso del 2024. A spingere i professionisti a cambiare sono il salario basso (57%), la mancanza di opportunità di sviluppo professionale (52%) e l'inesistente avanzamento di carriera (42%). In Italia, solo il 30% dei lavoratori tech prevede di ricevere un aumento nel 2024, il dato peggiore tra tutti i Paesi EMEA analizzati, dove la media di crescita salariale attesa è del 68%. In confronto, Paesi come Olanda (84%), Spagna (81%), Danimarca (82%) e Germania (65%) mostrano aspettative di crescita salariale molto più elevate.
Un professionista tech in Italia guadagna in media all'anno (RAL) €53.300, valori che possono variare in base all'esperienza: 39.500€ con 2-5 anni; 54.100€ con 5-10 anni e 66.400€ con oltre 10 anni. Le figure più pagate sono CIO / CTO (RAL 92.500€), Software Delivery Manager (74.000€), Business Unit Manager (73.750€), CISO / Manager della Cybersecurity (66.000€) e Architetto Cloud (65.750€).
L'Italia si distingue dagli altri Paesi dell'area EMEA, secondo i risultati del report "The Tech Talent Explorer" realizzato da Hays, in quanto è l'unica nazione dove i lavoratori tech mettono al primo posto il work-life balance (49%), seguito dallo sviluppo di carriera adeguato (47%) e dai benefit aziendali (45%). Tra i benefit preferiti, in Italia si segnalano l'assicurazione sanitaria/copertura medica privata (57%) e l'auto aziendale (52%). Il lavoro flessibile è "solo" al terzo posto, ma con valori comunque alti (51%). —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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