(Adnkronos) – Con l’avvicinarsi del 25 novembre, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, e dando seguito alle iniziative già messe in campo negli anni scorsi, Coop Lombardia rinnova il suo impegno nel diffondere una cultura fondata sul rispetto e sulla responsabilità individuale, con un incontro formativo dedicato al proprio personale. Presenti all’evento, svoltosi presso l’auditorium del Centro Asteria di Milano, Alfredo De Bellis, vice presidente di Coop Lombardia; Diana De Marchi, presidente della Commissione per le Pari opportunità e i Diritti civili del Comune di Milano; Giovanni Cuciti, vicario della questura di Milano; Mitia Rendiniello, psicologa e psicoterapeuta SVSeD del Soccorso violenza sessuale e domestica della Clinica Mangiagalli di Milano e Virginia Poli, psicodiagnosta, psicologa giuridica e psicoterapeuta dell’equipe età evolutiva del Centro di psicologia e analisi transazionale di Milano. All’incontro hanno partecipato spontaneamente oltre 300 dipendenti di Coop Lombardia, numero in crescita rispetto all’edizione dell’anno scorso. Il vice presidente De Bellis ha espresso per questo grande soddisfazione: “Sono molto soddisfatto. Rispetto all’anno scorso è cresciuta non solo la partecipazione in termini numerici ma anche la partecipazione dal punto di vista empatico. Sono sicuro che le persone che lavorano in cooperativa, i nostri soci e i nostri volontari hanno fatto un ulteriore passo in avanti sul tema della consapevolezza e rispetto a quello che, come persone, possiamo e dobbiamo fare per contrastare la violenza sulle donne”. Iniziative come quelle di Coop Lombardia sono fondamentali per diffondere cultura e consapevolezza e contribuiscono all’opera di prevenzione e repressione che mettono in campo le autorità pubbliche: “Noi cerchiamo di fare un’azione di prevenzione culturale e non ci vogliamo assolutamente sostituire all’azione fondamentale e ancora più importante che portano avanti ad esempio le forze dell’ordine – sottolinea De Bellis – Siamo una cooperativa di consumatori e sappiamo bene che la nostra non può essere solo un’azione economica, che comunque è fondamentale per dare lavoro alle persone e per mantenere la cooperativa in uno stato di salute dignitoso. Sentiamo infatti il dovere di restituire ai territori non solo un valore economico ma anche un valore sociale. È quello che cerchiamo di fare con molte iniziative come quella odierna”. Giovanni Cuciti, vicario della questura di Milano, ha parlato del costante impegno da parte delle forze dell’ordine per garantire prevenzione su tutto il territorio: “La Questura di Milano da anni percorre la strada della prevenzione per cercare di contenere l'escalation delle condotte violente, mettendo a disposizione le proprie professionalità ai fini della predisposizione di ammonimenti del Questore. Si tratta di provvedimenti di prevenzione atti ad arginare la violenza di genere, richiamando lo stesso autore delle violenze e invitandolo a intraprendere un percorso trattamentale finalizzato all'acquisizione del disvalore delle condotte che pone in essere. Questo perché – prosegue Cuciti – è importante rendere consapevoli gli autori di violenza di quello che fanno per evitare che vengano poste in essere ulteriori condotte violente”. Il vicario della questura di Milano ha illustrato quindi la situazione sul territorio milanese: “Quello di Milano è un percorso che seguiamo ogni giorno, cercando di implementare le risorse. La situazione viene seguita con particolare attenzione non solo dalla Polizia di Stato ma anche dall'autorità giudiziaria e da tutti i componenti del sistema di sicurezza. I dati della Questura registrano un leggero aumento dei casi di violenze sessuali e molestie sessuali in questo periodo rispetto ad altri tipi di reati. Ovviamente – conclude Cuciti – l’attenzione dedicata al contrasto della violenza sulle donne si esprime non solo dal punto di vista repressivo ma soprattutto dal punto di vista preventivo”. A portare la voce del Comune di Milano è stata la presidente della Commissione per le Pari opportunità e i Diritti civili, Diana De Marchi: “La violenza sulle donne non è in calo, purtroppo. Mentre diminuiscono gli altri reati, i femminicidi continuano. In questa fase temporale osserviamo che sia le denunce che le situazioni di violenza senza denuncia riguardano sempre più spesso ragazze giovani, quindi si è abbassata anche l’età delle donne vittime di violenza. Come amministrazione abbiamo sempre investito su risorse professionali e economiche costanti – prosegue De Marchi – perché è importante avere una rete antiviolenza strutturata, organizzata, che si confronta costantemente e che innova anche le proprie proposte e le proprie metodologie. Questa rete è composte dagli avvocati, dai centri antiviolenza, che sono fondamentali, dagli psicologi, dalle forze dell'ordine e dall’Ats, tutti soggetti che accompagnano le donne e prevengono la violenza. Credo però che dobbiamo diventare più capillari sul territorio. Quello che continuo a dire è che abbiamo bisogno di far conoscere di più i nostri servizi e le nostre azioni poiché spesso non sono note a tutti e a tutte. Dobbiamo inoltre agganciare tutte quelle realtà ‘informali’ che ci sono sul territorio e che possono fare da sentinelle per poi portare le donne a rivolgersi alla rete antiviolenza” conclude. Cristina Carelli, coordinatrice generale della Casa di accoglienza delle donne maltrattate, ha lanciato un messaggio a tutte le donne vittime di violenza, spiegando come sia possibile per tutte poterne uscire: “La violenza è un'esperienza che noi dell’associazione comprendiamo molto bene. Quel che è importante sottolineare è che non deve esserci un atteggiamento giudicante nei confronti delle donne vittime di violenza e, soprattutto, deve essere chiaro che non sono ‘donne da meno’ perché vivono dentro una situazione di violenza, in quanto potrebbe capitare a qualsiasi donna. La violenza di genere è davvero un fenomeno trasversale. L'importante è avere il supporto giusto. Vi assicuro che, se le donne sanno di poter essere accolte supportate, chiedono aiuto”. La scarsa disponibilità economica non deve essere un deterrente per le donne vittima di violenza che vogliono uscire dalla situazione di abuso e intraprendere un percorso legale, come ha spiegato la psicologa Mitia Rendiniello: “In Italia la legge prevede che le donne vittime di violenza, indipendentemente dal reddito, abbiano diritto al gratuito patrocinio. Perciò, le donne che si trovano a vivere queste situazioni, possono intraprendere un percorso legale senza doversi preoccupare delle spese legali. All’interno dei centri antiviolenza è inoltre prevista la possibilità di accedere a delle consulenze legali sia per i procedimenti civili che per quelli penali”. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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