Viviamo ormai in un mondo digitale e tecnologicamente avanzato. La tecnologia, ormai, prevale su tutto. Se tutti non abbiamo l’ultimo modello di cellulare o non abbiamo un qualsiasi modello sempre in tasca quando usciamo, non siamo “contenti”, ormai è diventato per noi fondamentale. Addirittura, la maggior parte degli italiani lavorano con il computer, non solo negli uffici, ma anche negli ospedali o nelle fabbriche è tutto digitalizzato. Ormai, sta prendendo piega l’Intelligenza Artificiale”, che permetterà ad esempio, ad un chirurgo di effettuare Interventi Chirurgici virtuali, prima di eseguirne su un persona reale.
Le nuove generazioni, ma anche la nostra e quella più “matura”, comunica con whatsapp. Si dice “Ti Amo” al proprio/a partner attraverso un messaggino o, peggio, spesso si termina in maniera poco dignitosa una Relazione. Scrivevamo le lettere d’Amore con la penna biro, perché il pc se lo potevano permettere in pochi. Noi siamo vissuti nell’Era di “Bim bum bam” e per uscire con gli amici, si andava a fischiare sotto casa, perché lo smartphone non era neanche stato pensato.
Una volta, per creare e progettare un’Azienda, bisognava presentare un Business Plan; oggi invece, si possono creare delle “Startup”, no non è roba da mangiare, ma come cita “Wikipedia” è un’organizzazione di recente creazione, che mira a diventare una grande impresa, con un business model scalabile e unico.
Oggi, vi parleremo di una startup che ha un’importante funzione sociale. Abbiamo conosciuto Riccardo Savino, un ragazzo torinese, il “Community Manager” di “WeGlad”.
Che cos’è esattamente il Community Manager?
«Io cerco di creare una “community”, o comunità, tranquilla e serena, nella quale tutti possano mettere in atto le proprie potenzialità ed il proprio talento, cercando di supportarsi a vicenda, sul tema della disabilità, sui temi dell’accessibilità e della cosiddetta diversità»
WeGlad è una startup che ha originato un’App? In che cosa consiste?
«WeGlad è un App per mappare l’accessibilità delle nostre città e del mondo intero. Si possono mappare sia locali aperti al pubblico, che strade o piazze che presentino ostacoli e barriere architettoniche. Tutto questo potrà essere utile non solo alle persone con disabilità o con difficoltà motorie, ma a chiunque, come dei genitori con il passeggino. Fare una mappatura, serve per visionare in anteprima l’Accessibilità di un luogo e capire è adatto o meno alle proprie esigenze. Non è una questione che deve riguardare solo le persone disabili, perché si tratta di giustizia sociale. Se prima era difficile risolvere questo problema, oggi con le nuove tecnologie è giusto risolverlo, perché è urgente e bisogna risolverlo in fretta. Anche io ho una disabilità, e porto avanti questo Progetto. Le esigenze possono essere diverse a seconda della propria disabilità perché, se come esseri umani siamo tutti diversi, questo vale anche per le nostre disabilità. C’è anche la possibilità di mappare gli ostacoli su strada, e ottenere anche così, dei Dati e far si che questi vengano elaborati e fungano come punto di partenza per realizzare dei piani PEBA, Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche. E abbattere le barriere mentali sulla diversità»
Da quale città siete partiti?
«La startup è nata a Torino e i fondatori sono Petru Capatina e Paolo Bottiglieri, ma la prima gara di mappatura partecipata l’abbiamo fatta con 6 corporate della grande distribuzione organizzata. Abbiamo mappato più di seimila elementi tra locali aperti al pubblico e ostacoli su strada. La startup è nata a Torino, perché i suoi fondatori, Paolo Bottiglieri e Petru Capatina, sono di Torino».
Voi operate solo a Torino, o anche in altre città?
«Noi abbiamo un ufficio a Torino, la sede legale e operativa, ma si può mappare tutto il mondo, basta avere una connessione internet. Abbiamo diversi progetti in varie città d’Italia».
Quando è nata la Start-Up?
«La startup è nata il 4 marzo 2021»
Steve Jobs diceva: «Il tuo lavoro riempirà gran parte della tua vita, e l’unico modo per essere veramente soddisfatto è fare quello che credi sia un grande lavoro. E l’unico modo per fare un grande lavoro è amare quello che fai»
Daniele Cardia
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